Oristano

I dati dell’AdSP del Mare di Sardegna per il 2023: segno negativo per la movimentazione delle rinfuse

Il porto di Oristano-Santa Giusta ha chiuso il 2023 con il segno positivo per il traffico crocieristico ma in negativo per la movimentazione delle rinfuse: principalmente granaglie in entrata e materiali di cava, minerali e lapidei in uscita.

I dati diffusi dall’AdSP del Mare di Sardegna parlano di una crescita esponenziale per i visitatori sbarcati dalle navi da crociera a Oristano-Santa Giusta: dai 472 del 2017 ai 7.396 del 2023. Fra un dato e l’altro, anni anomali a causa della pandemia. L’anno scorso a maggio e settembre aveva fatto tappa nell’Oristanese una della più grandi navi in servizio nel Mediterraneo, la Costa Diadema.

Sul fronte della movimentazione delle materie prime, i dati segnalano un aumento dalle 1.532.854 di tonnellate del 2017 alle 1.697.841 nel 2021. Poi però si è registrata una flessione: 1.468.640 tonnellate nel 2022 e ancora meno nel 2023, quando le tonnellate di merci movimentate sono state 1.289.733.

Anche lo scalo oristanese – come gli altri in Sardegna vocati alla movimentazione delle rinfuse – ha subìto il contraccolpo legato alle situazioni belliche e al blocco degli scambi commerciali con i principali fornitori di Est Europa e Asia. In particolare, il conflitto russo–ucraino ha condizionato negativamente la movimentazione di granaglie e fertilizzanti, l’attività principale del porto di Oristano-Santa Giusta.

Da sottolineare come nel 2021 lo scalo oristanese sia diventato primo hub energetico regionale per l’approvvigionamento, il rifornimento e la rigassificazione del GNL.

Complessivamente per i porti del Sistema Sardegna il 2023 è stato un anno sostanzialmente positivo. Al di là del segno meno su import–export di materie prime, è evidente il balzo in avanti per i volumi registrati nel settore cabotiero.

Relativamente al traffici passeggeri, la somma dei numeri dei principali porti commerciali (Cagliari, Olbia, Porto Torres, Golfo Aranci ed Arbatax), è pari a circa 5 milioni e 326 mila unità: 7 punti percentuali in più rispetto a un 2022 già record. Stessa percentuale di crescita anche per il traffico sulle rotte inferiori alle 20 miglia (Santa Teresa e Portovesme), che si attestano su poco meno di 883mila passeggeri.

Il 2023 ha segnato anche un record nel mercato delle crociere, con un quasi raddoppio sui numeri del 2022.

Alivello regionale segno meno, sempre rispetto al 2022, per la movimentazione delle rinfuse. Si riduce del 7 per cento il volume di tonnellate liquide (principalmente petrolio greggio in entrata e raffinati in uscita) e del 27 per cento quelle solide. Pesano sul calo una contrazione dell’import di granaglie, mangimi e carbone. Rallenta anche l’esportazione di materiali di cava e minerali che, da circa 1 milione e 700 mila tonnellate del 2022, passa a poco più di 1 milione e 250 mila dell’anno in esame.

Positivo, invece, il dato relativo alle merci trasportate su gommato che, con un più 3 per cento sull’anno precedente, crescono di circa 365 mila tonnellate rispetto alle 12 milioni e 241 mila del 2022.

“Nonostante lo scenario di crisi internazionale che ha colpito e, purtroppo, continua a colpire il trasporto marittimo, gli scali del Sistema Sardegna continuano a mantenere la rotta”, ha commentato Massimo Deiana, presidente dell’AdSP del Mare di Sardegna, “il 2023 è stato, nel complesso, l’anno record per il settore cabotiero. A partire dal traffico passeggeri che, forte anche della crescita sulle rotte minori, ha superato abbondantemente le 6 milioni di unità, accompagnato dalla movimentazione di merci su gommato che cresce di un ulteriore 3 per cento, attestandosi a oltre 12 milioni e 605 mila tonnellate. Ancora più entusiasmante, quello delle crociere, con un 97 per cento di balzo rispetto ad un 2022 già di per sé positivo. Unica nota negativa, che purtroppo prescinde dall’impegno dell’Ente nella stimolazione del mercato, quella delle rinfuse, pesantemente penalizzate dalle tensioni internazionali nell’Est Europa e oggi ancora più acuite da nuovi focolai di tensione su rotte strategiche come il Mar Rosso”.

Giovedì, 1 febbraio 2024