Oristano

Raddoppio dei casi rispetto all’intero 2022. I numeri diffusi dalla Polizia in occasione del 25 novembre

Sono 29 le misure cautelari per violenze in famiglia e atti persecutori notificate finora quest’anno a Oristano e provincia dalla polizia di Stato. Erano state 15 in tutto il 2022. Dal 1° gennaio 2023 è stato necessario intervenire in 19 casi di maltrattamenti in famiglia, 9 volte per atti persecutori e in un caso di violenza sessuale su minore/disabile. Quasi tutte le misure cautelari riguardavano uomini, solo una ha avuto come destinataria una donna.

Numeri parziali, considerato che non sono comprensi i casi affontati dai Carabinieri, ma dicono che anche nell’Oristanese si è registrato un drammatico aumento dei reati contro familiari e conviventi e in genere contro le donne anche al di fuori della famiglia. “Questo dato è fortemente preoccupante anche se probabilmente è, almeno in parte, interpretabile quale parziale affioramento del sommerso, ossia la testimonianza di una aumentata sensibilità verso il fenomeno e quindi di una maggiore propensione alla denuncia da parte delle vittime e dei testimoni”, spiega una nota della Questura di Oristano. “Dall’altro lato, è altamente probabile che vi sia un numero oscuro costituito da tutti quei casi che non vengono denunciati”.

In provincia di Oristano, dove la Questura ha attivato protocolli di collaborazione con centri specializzati come il CAM (il Centro di ascolto uomini maltrattanti del Nord Sardegna) dal 1° gennaio 2022 il questore Giuseppe Giardina ha firmato 52 ammonimenti per atti persecutori e violenza domestica. Si è registrato un solo caso di recidiva per il reato di atti persecutori: l’autore è stato subito denunciato all’Autorità giudiziaria e sottoposto a misura cautelare.

“I primi segni di violenza o minacce non vanno mai sottovalutati”, è il consiglio che arriva dalla Questura, “perché spesso degenerano in una escalation di violenza che può arrivare sino a conclusioni nefaste. Non bisogna aspettare, è opportuno subito recarsi presso un ufficio di polizia o un centro anti-violenza per ottenere un consiglio e cercare di gestire al meglio la situazione, che possa risolversi con un ammonimento del questore o con l’attivazione della tutela penale, o anche semplicemente per avere un contatto di fiducia con personale specializzato”.

L’ammonimento può essere prezioso per bloccare atti persecutori o violenze domestiche: “Si tratta di un provvedimento di tipo amministrativo, talvolta alternativo a quello penale, che consente alla Polizia di Stato di intervenire immediatamente a tutela della vittima di violenze”, spiega la Questura, “ancor prima che venga instaurato un procedimento penale. Capita talvolta che la vittima di atti persecutori abbia difficoltà nel denunciare la persona a cui è stata legata sentimentalmente e trovi emotivamente meno gravoso chiedere un intervento dell’Autorità di Pubblica sicurezza affinché faccia cessare la condotta persecutoria, senza dover affrontare un procedimento penale”.

La procedura è rapida: dopo che la vittima presentata l’istanza di ammonimento, la Polizia effettua una rapida istruttoria e l’autore della condotta violenta viene convocato in Questura, innanzi al questore o ad uno dei suoi ufficiali, e gli viene intimato di cessare la condotta violenta, spiegando che sarà tenuto sotto controllo e che al primo atto molesto nei confronti della vittima si procederà penalmente nei suoi confronti, senza bisogno di attendere una querela da parte della persona offesa. Si spiega inoltre che la pena prevista per il reato di stalking sarà ulteriormente aggravata dall’aver trasgredito l’ammonimento del questore. Un altro importante detaglio: con l’ammonimento, viene ritirato il porto d’armi e sequestrate armi e munizioni detenute dall’autore della condotta persecutoria.

La collaborazione della comunità è importante, in questi casi: “Chiunque sia a conoscenza di atti di molestia, minaccia o lesioni verificatisi all’interno delle mura familiari o nell’ambito di un rapporto di coppia può segnalarlo alla Polizia di Stato”, ricorda la nota della Questura “e anche in questo caso potrà attivarsi la tutela garantita dall’ammonimento del questore, il quale interviene anche d’ufficio, diffidando l’autore delle violenze dal porre in essere ulteriori condotte moleste”.

Una precisazione fondamentale: “A chiunque effettui tali segnalazioni, sia esso un familiare, un amico, un vicino di casa, un conoscente, il medico di famiglia o altri, è garantita la riservatezza”.

L’intervento della Polizia non si riduce alla repressione del fenomeno: “Con l’ammonimento, il soggetto viene informato sui servizi disponibili sul territorio, inclusi i consultori familiari, i servizi di salute mentale e i servizi per le dipendenze, preposti all’assistenza psicologica degli autori di violenza domestica. Può accettare o meno di aderirvi, ma in caso positivo l’efficacia dell’ammonimento unito al trattamento è pari al 93% dei casi, così come statisticamente rilevato in sede di analisi a livello nazionale”.

I dati raccolti e analizzati nell’ultimo decennio dal Servizio analisi criminale del Dipartimento di Pubblica sicurezza sull’andamento dei reati legati alla violenza in famiglia e violenza di genere registrano in Italia un preoccupante trend di crescita. La variazione più ragguardevole è l’incremento del 105% conseguito nell’intero periodo per le denunce inerenti i maltrattamenti contro familiari e conviventi, seguita da quello del 48% per gli atti persecutori e del 40% delle violenze sessuali.

Venerdì, 24 novembre 2023

Fonte: Link Oristano


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