Cagliari

Il report è stato presentato a Cagliari

Nel 2023 in Sardegna i trapianti sono stati 79, tre in più rispetto all’anno precedente. I dati relativi all’attività di donazione e trapianto nell’isola sono stati presentati questa mattina, nella sede dell’Assessorato della Sanità a Cagliari, dal dottor Lorenzo D’Antonio, coordinatore del centro regionale trapianti, alla presenza dell’assessore Carlo Doria.

Riguardo le dichiarazioni di volontà rilasciate, la provincia di Nuoro ha l’84.1% di quelle favorevoli, quella di Oristano il 78.1%, quella di Sassari il 77.4%, mentre quella di Cagliari il 75.4%.

Da sottolineare che tra i comuni medio-grandi, le città di Nuoro e Alghero occupano rispettivamente il secondo e il terzo posto a livello nazionale per dichiarazioni in Comune favorevoli alla donazione; mentre tra i comuni medio-piccoli, il Comune di Oliena occupa il 7° posto a livello nazionale. Infine, le opposizioni in Sardegna sono state, nel 2023, il 31.3% (contro il 29.6% del 2022 ed il 29.5% del dato nazionale 2023).

Nel 2023 sono stati effettuati 35 trapianti di fegato (contro i 33 dell’anno precedente), due trapianti combinati fegato-rene (nessuno nel 2022), 30 trapianti di rene singolo (contro i 34 del 2022), sette trapianti di cuore (erano stati sette anche nell’anno precedente), cinque trapianti polmone eseguiti a Torino in base a convenzione con organi di donatori sardi (erano due trapianti nel 2022). In aggiunta, nel corso del 2023 sono stati effettuati 40 prelievi di cornee.

In Sardegna il tempo medio di attesa in lista dei pazienti trapiantati è di 0.68 anni per trapianto di fegato (contro 0.83 a livello nazionale), 0.48 anni per trapianto di cuore (contro 0.83 anni a livello nazionale), e lo 0.56 anni per trapianto di rene (a fronte di 1.75 anni a livello nazionale). Un sensibile aumento, inoltre, si registra nel numero dei donatori utilizzati (ovvero donatori di cui è stato trapiantato almeno un organo) con un + 17.3% rispetto al 2022 (pari al 38.4 per milione di popolazione, rispetto al 28.1 del dato nazionale).

Il coordinatore del centro regionale trapianti Lorenzo D’Antonio ha sottolineato l’importante incremento dell’attività di segnalazione di potenziali donatori, pari a circa il +44% rispetto al 2022 (115 segnalati nel 2023, contro gli 80 nell’anno precedente), ossia 72.4 potenziali donatori segnalati per milione di popolazione. Tale dato, se messo in relazione a quello nazionale del 50.5, colloca la Sardegna tra le prime regioni in Italia per tasso di segnalazione, dopo la Toscana e insieme a Veneto, Emilia Romagna e Piemonte, realtà considerate tra le più virtuose nel settore.

“Un risultato”, ha precisato D’Antonio, “che è stato possibile grazie all’attività sinergica che viene svolta da tutto il Sistema sanitario regionale, a partire per esempio dai Pronto soccorso, dalle terapie intensive, passando per le Neurochirurgie e Neurologie e da tutti quei reparti che trattano le patologie tempo-dipendenti . Il percorso di donazione e trapianto coinvolge moltissime discipline e, oltretutto, è un settore che non è programmabile nella sua attività e tale caratteristica impone ulteriori criticità che, grazie all’impegno di tutta la rete, riusciamo a superare”.

“Nell’ambito della divulgazione della cultura della donazione, nel 2023”, ha spiegato il coordinatore del centro regionale trapianti, “sono state intraprese diverse iniziative per sensibilizzare i cittadini e in modo particolare sono stati realizzati incontri con gli studenti delle scuole superiori, nonché appuntamenti formativi con i dirigenti degli uffici dell’anagrafe dei Comuni della Sardegna, nell’ambito del progetto Una scelta in Comune. A tal proposito, risultano circa 316.000 i sardi che, presso i Comuni di residenza, si sono espressi riguardo la donazione: il 76.9% si è detto disponibile (lo stesso dato a livello nazionale è del 70%), mentre la percentuale di coloro che hanno comunicato di non voler donare i propri organi è pari al 23.1% ( a fronte di quello nazionale che è pari al 30%)”.

Infine, per quanto riguarda le opposizioni, D’Antonio, ha sottolineato che si tratta di una problematica di tipo culturale che dovrà essere affrontata soprattutto con la revisione dell’attuale normativa, ossia la Legge 91/99. “Una legge”, ha precisato il coordinatore regionale dei trapianti, “non più adeguata alla luce dei numeri dell’attività, che non sono più rapportabili al progresso scientifico che si è registrato recentemente nel settore. Lavoriamo in una materia e in un ambito tecnologicamente avanzatissimi, ma con una norma vecchia di più di 25 anni”.

Lunedì, 22 gennaio 2024

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Fonte: Link Oristano


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