Oristano

La Manovra del Governo: secondo la CNA di Oristano “serve il confronto per una riforma strutturale”

Sono trascorse quasi due settimane dall’approvazione in Consiglio dei ministri ma ancora si attende il testo definitivo della manovra, per capire in che modo il Governo Meloni voglia intervenire sul delicatissimo fronte delle pensioni. Si è parlato di tagli a Opzione Donna e di Ape sociale, di possibilità di riscatto dei contributi per i lavoratori discontinui, di penalizzazioni sugli importi per chi decide di anticipare sfruttando la quota 104. Ma le certezze per il momento sono poche.

“Sarà molto più restrittivo l’accesso alla pensione anticipata”, aveva spiegato il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, nella conferenza di presentazione della Manovra. Secondo il nuovo disegno, infatti, se nel 2023 si poteva andare in pensione anticipata a 62 anni con 41 di contributi – quota 103 – a partire dal prossimo anno sembrava di dover salire a 63 anni con 41 di contributi, con una novità: un taglio del 4% sull’importo complessivo, per chi sceglierà di uscire dal mondo del lavoro quattro anni prima dell’età della vecchiaia, fissata a 67 anni. Allungate anche le finestre d’uscita: da tre a sei mesi nel settore privato e da sei a nove mesi per il pubblico.

Numeri che sembrano già cambiati dopo alcuni giorni di trattative tra le forze di maggioranza: contrordine, si ritorna a quota 103, anche se con delle limitazioni, riferisce l’agenzia Ansa. L’accesso al pensionamento con 62 anni d’età e 41 di contributi resterà in vigore anche nel 2024, ma l’assegno dovrebbe essere ricalcolato con il metodo contributivo, e con un tetto massimo mensile pari a quattro volte il minimo, circa 2.250 euro.

La possibilità di uscita varia inoltre tra dipendenti privati e pubblici: le finestre sono di 7 e 9 mesi secondo le ultime stesure, 6 e 9 secondo l’intesa che sarebbe stata raggiunta nella maggioranza.

Per compensare questo intervento viene modificata anche l’indicizzazione delle pensioni, con una retromarcia sugli assegni tra 4 e 5 volte il minimo (tra 2.250 e 2.800 euro), per le quali l’adeguamento torna all’85% rispetto al 90% annunciato in un primo tempo. Era sparito nelle ultime versioni, e invece dovrebbe tornare l’anticipo al 2025 dell’adeguamento alla speranza di vita, che sarebbe dovuto scattare dal 2027.

Per personale sanitario, maestri, dipendenti degli enti locali e ufficiali giudiziari che hanno iniziato a lavorare tra il 1981 e il 1995 gli adeguamenti della quota retributiva saranno più bassi.

Altra grande stretta andrà a toccare l’Ape sociale, ovvero l’ammortizzatore che negli ultimi anni accompagna alla pensione disoccupati, caregiver, invalidi con almeno il 74% e impegnati in lavori gravosi: chi vorrà beneficiarne dovrà aspettare i 63 anni e 5 mesi e non più i soli 63 anni. Slitta poi di un anno l’accesso all’Opzione Donna, portando l’età minima dell’accesso alla misura a 61 anni, con una finestra mobile di un anno, che sale a un anno e mezzo per le lavoratrici autonome.

Nella Manovra sembrerebbero avvantaggiati i lavoratori discontinui: previsto per le categorie che hanno iniziato a lavorare dal 1° gennaio 1996 un riscatto dei vuoti contributivi (i periodi in cui non hanno avuto un impiego) fino a cinque anni, da versare con un massimo di 120 rate mensili.

“Già in passato l’INPS aveva previsto delle agevolazioni, in ogni caso la rateizzazione non è tuttavia sufficiente”, ha commentato Andrea Corona, funzionario della Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa (CNA) di Oristano. “Si prevede comunque il versamento dell’onere di riscatto”.

Un altro aspetto che va a favore dei lavoratori discontinui – che rischiavano di arrivare a 71 anni d’età prima di poter ottenere la pensione – è l’abbassamento della soglia minima per l’importo alla pensione al solo importo dell’assegno sociale (503 euro) e non più calcolata su l’1,5 volte la somma dell’assegno stesso, lasciando però invariata la necessità di avere 20 anni di contributi alle spalle. Chi invece vorrà andare in pensione a 63 anni, vedrà la quota dell’importo maturato da 2,8 a 3,3 volte l’assegno sociale.

Una nota positiva arriva con l’adeguamento ai costi della vita. “In una logica di attenzione ai trattamenti pensionistici più modesti, cambia parzialmente il meccanismo di indicizzazione delle pensioni”, ha aggiunto Corona. “L’indicizzazione degli assegni è garantita al 100% per le pensioni fino a 4 volte il minimo Inps. Dal 2024 salirà poi dall’85% al 90% per i trattamenti tra 4 e 5 volte il minimo. Tutte le altre fasce resteranno invariate, tranne l’ultima, quella degli assegni più pesanti, ovvero sopra 10 volte il minimo, per la quale è prevista una riduzione della rivalutazione dal 32 al 22%”.

Infine, se i futuri pensionati potevano tirare un sospiro di sollievo fino al 2027, con il congelamento dell’adeguamento dell’età pensionabile alla speranza di vita fino a quella data, con la nuova Manovra tornerebbe già nel 2025. “La legge Fornero tra i vari interventi aveva previsto l’aggancio dei requisiti all’aspettativa di vita, in continuo aumento, indicata dall’Istat”, ha illustrato Corona. “Con il periodo Covid, per vari motivi, si era deciso di congelare l’adeguamento fino al 2027: ora invece hanno deciso di anticipare il suo ritorno al 2025. Questo significa che da quell’anno i requisiti d’età potrebbero aumentare di qualche mese”.

“Allo stato attuale, non è stata e non sarà abolita la legge Fornero e dunque il tema di una reale riforma delle pensioni rimane congelato”, ha commentato Corona. “La CNA ritiene che sia assolutamente necessario che quel dialogo sociale, annunciato dal Governo Meloni poco dopo il suo insediamento, si sviluppi concretamente per sviluppare adeguate politiche previdenziali che possano fornire al singolo lavoratore certezze sui futuri diritti, con una manovra che non sia solamente finanziaria, ma strutturale”.

“La riforma del sistema previdenziale, e più in generale del welfare state, è uno dei principali temi su cui tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, insieme con il sistema della rappresentanza, devono esercitarsi con grande senso di responsabilità, salvaguardando le future generazioni e addivenendo ad un sistema di logiche comuni in ambito europeo”, conclude il funzionario della CNA.

Andrea Corona
Andrea Corona

Sabato, 28 ottobre 2023

Fonte: Link Oristano


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