
ww.sardegnasoprattutto.com pubblicherà i
Programmi dei candidati Presidenti al governo della Regione
Sardegna che li vorranno inviare. Naturalmente nella versione
sintetica curata dagli stessi candidati senza alcun intervento da
parte nostra. Li ringraziamo tutti anticipatamente nella
convinzione di dare un positivo contributo alla alla democrazia
partecipativa e alla nostra terra (NdR).
Autogoverno. La Sardegna dovrà esercitare tutte
le funzioni e utilizzare le prerogative previste nello Statuto
sardo. Le entrate che lo Statuto assegna alla Sardegna dovranno
essere corrisposte in toto e le somme indebitamente “accantonate”
dallo Stato restituite. Il centralismo degli enti e delle strutture
regionali dovrà essere ridimensionato e reso funzionale al
raggiungimento degli obiettivi del programma di governo.
La nuova macchina amministrativa regionale avrà il compito di
coordinare e sostenere l’autogoverno delle comunità locali secondo
principi di sussidiarietà e democrazia di prossimità. Va attuata
una riforma che ridisegni l’impianto istituzionale dell’Isola
attribuendo ai Comuni la gestione delle politiche di sviluppo e
delle relative risorse secondo uno schema di federalismo interno
che assegni alle istituzioni regionali unicamente il ruolo
legislativo, strategico e di indirizzo.
È necessaria una riforma degli Enti Locali che consenta ai
comuni e agli altri enti locali di rispondere alla nuova dimensione
federale con efficienza e trasparenza. Il reclutamento di eventuali
posti vacanti nell’amministrazione regionale si farà attraverso
concorsi pubblici. Il fondo unico per gli Enti Locali sarà
commisurato alle risorse che lo Statuto assegna alla Sardegna.
Società. Autodeterminatzione si impegna per
sostenere i diritti civili che riguardano le persone, la loro
libertà, le loro uguali possibilità di accesso alle istituzioni.
Dovrà essere contrastata la discriminazione. Andranno realizzate e
supportate tutte le azioni possibili per contrastare la povertà e
per alleviarne gli effetti privilegiando il criterio di prossimità
delle misure impiegate. La tutela delle persone e delle famiglie,
in tutte le forme presenti nella società, deve esser al centro
delle politiche sociali, culturali e di sviluppo dell’intero
territorio sardo. Sarà rivolta una particolare energia a
contrastare il fenomeno dello spopolamento.
Le risorse ambientali, faunistiche, della flora, i boschi, la
montagna e l’insieme dei beni ambientali, storici e architettonici
saranno la leva economica che la Regione insieme con i Comuni
metterà a disposizione in un moderno quadro di valorizzazione e
produttivià per attirare i sardi nuovamente nei paesi e nelle
comunità più piccole e più preziose della Sardegna. Saranno
promosse e sostenute politiche che garantiscano la costruzione di
una comunità capace di reagire attivamente a situazioni sfavorevoli
e promuovere forme alternative di coesione e riattivazione di
pratiche di scambio e sostegno reciproco.
Ambiente. Autodeterminatzione si impegna
affinché venga rispettata la volontà dei sardi sulla
indisponibilità del territorio sardo ad installazione di centrali
nucleari, depositi di scorie nucleari, depositi inquinanti. Si
dovrà prevedere il superamento delle servitù militari nell’Isola.
Secondo il principio “chi inquina paga”, lo Stato dovrà risarcire i
costi per la bonifica dei territori inquinati dalle esercitazioni
militari. Sarà prevista la riconversione e il reinserimento di
tutti i lavoratori interessati direttamente o indirettamente dal
settore militare affinché il progressivo smantellamento non crei
disagio nei territori interessati.
La Sardegna ha oltre 1.250.000 ettari occupati da boschi. Molti
di essi sono “boschi poveri”, macchia mediterranea derivata da
coltivi e pascoli abbandonati. Attraverso tecniche di silvicoltura
preventiva si dovrà governare questa grande infrastruttura verde
che copre metà dell’Isola, migliorarla, proteggerla e farla
diventare un formidabile regolatore del territorio, delle acque e
del clima. Intendiamo Adottare un solido progetto di “Prevenzione
civile”, utilizzando il metodo della pianificazione partecipata e
identificando i fattori dove intervenire in funzione preventiva.
Bisognerà definire norme di autoprotezione riguardo al dissesto
idraulico e idrogeologico e rispetto al rischio incendi, finora
demandati alla mera risposta emergenziale del soccorso urgente.
Estenderemo il Piano Paesaggistico Regionale alle aree interne
dell’isola con la definizione di norme di compatibilità condivisa.
Saranno siglati “accordi di paese” coi comuni dove la superficie
forestale è prevalente per creare modelli di gestione partecipata
del territorio e favorire la nascita di un’economia di tipo
silvo-colturale. Attraverso fondi europei e regionali, si metterà
in sicurezza definitivamente gli insediamenti urbani, quelli
residenziali stabili e quelli estivi. Saranno incentivati
programmi per la produzione di energia da fonti rinnovabili e per
il risparmio energetico attraverso la ristrutturazione delle
abitazioni private e privilegiando coloro che si trovano in
condizioni di povertà energetica. Autodeterminatzione considera la
fascia costiera inviolabile e gestibile unicamente attraverso i
Piani Urbanistici Comunali dei comuni costieri.
Salute e sociale. Autodeterminatzione sostiene
lo sviluppo, la crescita e la valorizzazione del Sistema Sanitario
pubblico, improntato a garantire il principio universalistico di
equità di accesso alle cure in tutto il territorio regionale a
difesa del diritto alla salute del cittadino sardo. Salute intesa
non solo come assenza di malattia, ma nel suo più ampio significato
di pieno godimento di uno stato di benessere psico-fisico della
persona. Con tale presupposto ci impegneremo affinché tutte
le politiche, ogni atto legislativo e di programmazione, ogni tipo
di investimento e infrastruttura debbano contenere a monte una
Valutazione di Impatto Sanitario, sempre prevista ma mai
implementata.
Si attuerà una profonda, sostanziale, revisione della recente
riforma sanitaria e del piano di riordino della rete ospedaliera.
Non ci appartiene la visione tecno-burocratica di tagli lineari,
che ha caratterizzato le ultime legislature e che ha portato a un
impoverimento e depotenziamento dell’offerta di prestazioni
sanitarie al cittadino e ha determinato nel contempo un progressivo
svilimento del ruolo e delle competenze del personale medico e
infermieristico nella nostra regione.
La salute del cittadino non deve essere più considerata un costo
da comprimere, ma un bene individuale e comune inalienabile e da
difendere e tutelare con ogni mezzo. Saremo capaci di attuare una
autonoma programmazione sanitaria svincolata dai parametri
dimensionali imposti dallo Stato, ma tarata unicamente sulle reali
condizioni demografiche e epidemiologiche della nostra Regione,
dalle quali conseguirà un coerente piano di soddisfacimento del
fabbisogno dei territori. Sarà prioritario il rilancio della
campagna di prevenzione e di screening gratuiti delle patologie di
maggior impatto.
Il potenziamento dei servizi pubblici ospedalieri e territoriali
anche con l’obiettivo imprescindibile di mettere fine al vergognoso
fenomeno delle liste d’attesa insostenibili, spesso gestite in
maniera tale da favorire l’offerta di servizi della sanità privata.
Il nostro fine sono presidi ospedalieri validi, ben collegati con
le altre strutture sanitarie, ragionevolmente raggiungibili da
qualsiasi località del territorio per qualsiasi patologia acuta che
richieda tempi di accesso veloci. Una reale territorializzazione
dei servizi e dell’assistenza sanitaria di base. Il potenziamento
delle attività ambulatoriali specialistiche, e la conseguente
garanzia di servizi, spazi e tecnologie, per cicli di almeno 12 ore
giornaliere.
Trasporti. La Sardegna è isolata a causa dei
monopoli italiani sulle vie marittime e aeree. Va ridefinito un
sistema di collegamento esterno che metta in primo piano il diritto
alla mobilità dei sardi. Per quanto riguarda le linee marittime,
faremo valere la competenza prevista dall’articolo 4 e
dall’articolo 53 dello Statuto Sardo. In base a quella competenza
si dovranno disconoscere gli accordi fra lo Stato Italiano e la
CIN-Tirrenia chiedendo che le somme destinate siano devolute al
bilancio regionale. Si dovrà negoziare con tutti gli operatori
presenti sul mercato, secondo forme che garantiscano la concorrenza
nelle rotte e nella frequenza. Si dovràdefinire una tariffa
massima, comparata alla Tariffa Ferroviaria Sovraregionale di
Trenitalia, applicabile tutto l’anno per tutti i cittadini nati o
residenti in Sardegna.
Il trasporto delle merci da e per il continente non deve
penalizzare i produttori e i consumatori sardi. La valutazione
della tariffa sopra definita dovrà garantire neutralità per le
merci sarde rispetto ai costi di trasporto delle merci prodotte nel
continente.Per quanto riguarda le rotte aeree si dovranno
potenziare i collegamenti verso gli aeroporti minori e quelli
serviti dalle compagnie low-cost superando l’attuale sistema
agevolato che costringe i sardi a recarsi obbligatoriamente verso
gli aeroporti di Linate e Fiumicino.
Il grande deficit infrastrutturale della Sardegna va colmato e i
servizi di collegamento pubblici interni vanno garantiti anche in
funzione di compensazione rispetto alla mancanza di investimenti
per alta velocita e alta capacità che lo Stato italiano sta invece
attuando nella penisola. Lo sviluppo di una rete ferroviaria
adeguata che colleghi le principali città, i porti e gli aeroporti
dell’Isola deve essere obiettivo primario dell’azione di governo
della regione e di confronto con lo Stato italiano.
Investimenti. Autodeterminazione considera
fondamentale una politica di investimenti basata sui fondi europei
e adeguata ad un progetto di sviluppo che garantisca i lavoratori e
gli imprenditori sardi.
Si stabilisce come obiettivo la spesa di risorse aggiuntive pari
a un miliardo di euro per ciascuno dei prossimi cinque anni.
Attraverso l’abbattimento dei tempi di erogazione degli
investimenti e con l’utilizzo di schemi automatici di finanziamento
si incentiveranno le imprese sarde che investiranno e creeranno
occupazione. A legislazione vigente, in questo modo si realizzerà
una zona franca degli investimenti dove le imprese beneficiarie
potranno compensare con credito d’imposta o altre forme di
sovvenzione le tasse e i contributi da versare.
Anche le politiche attive del lavoro e le politiche di
formazione continua dei lavoratori saranno incentivate con schemi
automatici di finanziamento.Gli investimenti di questo tipo
riguarderanno tutti i settori produttivi con particolare attenzione
a quelli usciti deboli dalla recente crisi economica e in
particolare, oltre l’industria, all’artigianato, al commercio.
Agricoltura. Nel complessivo progetto di
riforma dell’Amministrazione regionale si dovrà ridurre il peso
della burocrazia che riguarda l’agricoltura allo stato attuale
esageratamente onerosa e inefficace.
La gestione del Piano di Sviluppo Rurale sarà realizzata col
concorso dei territori rurali e degli Enti Locali. Le richieste di
premi comunitari dovranno essere valutate entro lo stesso anno di
presentazione della domanda. Sarà attuata una seria politica di
promozione sui mercati che accompagni la diversificazione dei
prodotti. Saranno valorizzate le produzioni di qualità degli
allevamenti al pascolo anche con riferimento al metodo biologico e
al benessere degli animali. Attraverso l’Organizzazione
Interprofessionale del settore, con un sistema di incentivi e
disincentivi, si lavorerà per stabilizzare il prezzo del latte su
base triennale. Le aziende agricole e pastorali saranno il fulcro
della politica agraria nelle aree rurali.
Scuola e formazione. La priorità alla scuola
pubblica non deve essere in discussione, nell’insieme deve
assicurare la qualità e il buon livello dell’istruzione, e
garantire gli operatori scolastici.
Le scuole devono diventare nuovamente centri pulsanti per la
cultura delle comunità e non essere sommerse da pratiche
burocratiche e formalismi eccessivi. La scuola deve consentire agli
studenti di esprimere le proprie potenzialità e, in particolare,
deve garantire la trasmissione, lo studio e lo sviluppo della
lingua sarda e delle altre lingue proprie dell’Isola. La scuola
deve promuovere il lavoro dei docenti e vedere in loro i primi
costruttori di comunità e di opportunità di crescita
personale.
Deve essere garantito il diritto allo studio, e quindi l’accesso
a un sistema scolastico che risponda anche alle esigenze specifiche
espresse dai territori. La Regione dovrà essere libera di adottare,
già nel quadro dello Statuto speciale vigente e in una sua più
spiccata applicazione, una Legge sulla scuola che riporti in
Sardegna il cuore della politica scolastica e che ci consenta di
guidare il sistema delle autonomie scolastiche verso il
miglioramento e l’accoglienza nelle scuole, e non solo verso tagli
e gravami burocratici che poco hanno a che fare con il lavoro
didattico e la crescita culturale degli studenti.
La dispersione scolastica e l’altissimo tasso di ripetenti ci
pone ai vertici delle classifiche statali ed europee. Secondo
l’OCSE i ragazzi sardi sono tra i meno preparati d’Europa in
matematica, scienze e letteratura. Quindi, al tasso di abbandono va
aggiunto il livello di preparazione dei ragazzi che permangono
all’interno dei circuiti scolastici, che risulta disallineato non
solo all’Italia, ma al resto dell’Europa. Per tali motivi occorre
un piano organico e di sistema con obiettivo dispersione zero,
finalizzato ad aggredire le ragioni di questo “disagio” scolastico
con piani di intervento di rete con tutti gli attori sociali.
È necessario potenziare una serie di misure rivolte alle
famiglie per promuovere la “scolarizzazione” come valore aggiunto
per tutto il territorio. Tra le misure sono indicate quelle di
sostegno alle famiglie monoreddito o in situazioni di difficoltà
anche temporanee, gli incentivi allo studio e i bonus libri, i
contributi alloggio ove necessari, il potenziamento dei servizi di
viaggio in zone a carente offerta formativa.
Beni Culturali. L’immenso patrimonio dei Beni
Culturali in Sardegna sarà uno dei punti di forza per la rinascita
dell’economia sarda. Oggi un piano per lo sviluppo dei beni
culturali e paesaggistici non può prescindere dall’interazione con
la cultura locale. La tutela dei beni storici, artistici,
archeologici e antropologici, deve essere inserita in un programma
di sviluppo integrato del territorio, con la sua cultura, con la
sua identità e con i suoi servizi. Anche in funzione di una
valorizzazione per scopi turistici si realizzerà una biglietteria
regionale unica (SardignaPass) per mettere a sistema ogni singolo
sito archeologico.
Multilinguismo. La Sardegna è una terra con un
patrimonio linguistico enorme, che è una ricchezza per tutti. Si
tratta di un bene comune. Occorre restituire al sardo lo status
pieno di lingua attraverso il suo uso. Si deve difendere e
migliorare il processo di standardizzazione di una lingua sarda
scritta comune, nel rispetto pieno della lingua parlata. Bisogna
applicare in Sardegna, così come in altre parti civili d’Europa, la
Carta europea delle lingue regionali e minoritarie, che l’Italia
non ha ancora ratificato.
E’ fondamentale l’adozione di uno standard linguistico ufficiale
condiviso, che non cancelli o mortifichi le parlate locali e anzi
le rafforzi e le tuteli. Lo Statuto Speciale deve contenere una
norma che garantisca il riconoscimento del sardo come lingua
co-ufficiale alla pari dell’italiano ad ogni livello e in ogni
ambito. Pari trattamento devono avere le altre lingue di Sardegna
nei territori dove si parlano. Si applicherà il bilinguismo
perfetto in tutti gli uffici pubblici, nelle scuole e nelle
università della Sardegna, nei media e in ogni altro ambito. Si
riconosceranno dei crediti formativi, dei contributi e delle
indennità ai sardi bilingue. Il sardo sarà portato fuori dalla
clandestinità e dentro una società multilingue